Ad Agosto si è tenuto il consueto ritiro/seminario di Iaido a Montese.
Il Nippon dojo di Novellara ha organizzato l’evento, diretto da Paolo Grosso (7 dan kyoshi), Mario Menegatti( 7 dan kyoshi) e Andrea Caliò ( 6 dan kyoshi), con la collaborazione di Paolo Benedettini e Sergio Magotti.
Durante il seminario ci si è concentrati sullo studio dei kata di Seitei Iai e di Musō Shinden-ryū. Sono state sostenute delle prove di esame, e ci sono stati anche momenti di approfondimento culturale: uno di questi approfondimenti ha riguardato le Tsuka e le loro varie forme e composizioni, mentre un secondo approfondimento ha riguardato invece la costruzione del Sageo; infine, c’è stato anche un momento di condivisione di una esperienza militare da parte di Benedettini sul gruppo, sull’amicizia e sulla sicurezza.
Sono stati quattro giorni ricchi e interessanti.
Per il dojo Jikishinkan Novara erano presenti Mellone Serafino, Karen Diemberger, Matthias Preveato, Roberto Savoini e Massimo Valentini
Il seminario ha lasciato degli spunti interessanti per potersi migliorare, e ci auguriamo di poterli ripetere in futuro!
Qua sotto troverete alcune foto delle giornate di seminario ed i pensieri dei partecipanti del nostro dojo, buona lettura!
I pensieri dei nostri partecipanti
È stato il primo seminario di iaido per me, e devo dire che è stata un'esperienza meravigliosa. Stare assieme a così tante persone desiderose di mettersi in gioco e migliorarsi nelle grandi e piccole cose è stato emozionante. Ho trovato risposta a molte delle domande che avevo e ho potuto confrontare diversi stili di pratica e di insegnamento, che mi hanno aiutato a delineare un percorso di studio per il futuro. L'apprendimento non si è fermato nemmeno dopo la pratica, grazie agli interessantissimi interventi di storia e cultura del Giappone, che hanno svelato alcuni dei segreti di questo mondo così avvolto dalla magia. Persino a tavola durante i pasti e nei momenti di relax ho avuto modo di ascoltare le persone accanto a me e scambiare con loro preziosi consigli e informazioni. Spero vivamente di poter partecipare a tanti altri seminari come questo, poiché ritengo siano fondamentali per lo sviluppo della pratica e della persona, e invito tutti quelli che ne hanno la possibilità a parteciparvi, e fare tesoro di tutto quello che vedono, sentono e provano, come ho fatto io.
Questo seminario di Montese – effettuato in un ambiente ricco di storia, vegetazione verdeggiante e ottima gastronomia, ha offerto la fondamentale e importante possibilità di concentrarsi per quattro giorni solo su una cosa: la pratica dello IAIDO.
Questa è stata per me una bellissima esperienza condivisa con il nostro Dojo e con gli altri partecipanti. Frequentare i seminari e scambiare punti di vista, collaborare, mettersi in gioco, misurarsi, prendere ispirazione è qualcosa che consiglio di fare a tutti gli Iaidoka (e Kendoka).
Grazie alla partecipazione di numerosi Dojo, con i rispettivi maestri e allievi ho avuto modo di relazionarmi, osservare e di riflettere sulla importanza del senso del gruppo, della trasmissione di una scuola e della importanza della necessità di avere una forte guida nell’apprendimento. Lo scambio e il dialogo sono fondamentali, alimentano la partecipazione e l’entusiasmo.
Ho avuto modo in questi giorni di sviluppare e concentrarmi su:
1) Migliorare la capacità dell’osservazione – imparare ad osservare tramite:
svolgere il movimento in modo lento
uso di foto e video e rispettivo studio
disegno, cercando di cogliere i movimenti salienti
scrivere appunti e condividere con gli altri le proprie impressioni.
2) Rafforzamento della concentrazione (consapevolezza e presenza)
Non lasciarsi distrarre il comportamento nel dojo e il rispetto verso se stessi e gli altri attitudine in particolare durante il saluto, nella presenza e nell’espressione dell’intenzione durante la pratica particolare attenzione alla precisione di ogni singolo movimentoprova di esame – grande serietà e impegno da parte di Andrea Calliò.
3) Studio dei fondamentali
Approfondito con grande cura e dedizione da Mario Menegatti
L’atmosfera di gruppo per noi (gruppo Shodan e Mudan che ha lavorato in una saletta separata dal gruppo centrale) era molto seria e costruttiva e abbiamo trascorso dei momenti a mio parere di eccezionale intensità e condivisione.
Faccio tesoro dei consigli e degli spunti datimi e porto a casa degli studi da approfondire:
1) Lo sviluppo del lavoro dei piedi, il Jiguashi (sulla base del 7 Kata) con il rafforzamento della spinta del piede sinistro
2) Ukenagashi e la rotazione che inizia dallo sguardo
3) Rafforzamento della mano sinistra nel Sayabiki, il mignolo scorre sull’Obi e l’apertura del petto/scapole vanno indietro nel Nuki Tsuke (vedi schizzo)
4) Rafforzare le correzioni del Chiburi
5) Sciogliere il polso destro
Trovo che l’accurata lezione di Sergio Magotti ha fatto si che il meccanismo dell’estrazione e del rinfodero potesse essere meglio capito e visualizzato e incominciato a sentire. Ringrazio anche per l’intervento di Licia Colli sul Sageyo e sull’aspetto tessile dello Iaido mettendo in evidenza la sua enorme passione e accuratezza per i dettagli, dove risalta un suo - a mio avviso - bellissimo senso estetico. Infine gli svariati e quesi bizzari interventi di Paolo Benedettini – che sono andati dal concetto che cos’è un’arma, attraverso le sue esperienze in guerra, fino al teatro Noh -hanno dato spunti per riflessioni che penso sono senz’altro da approfondire sia singolarmente che insieme. Fattibile creando un occasione e un ambiente apposta, purtroppo in questa occasione non previsto.
Penso che la divulgazione di queste informazioni e piccole presentazioni e ricerche potrebbe portare ad arricchire tutti i dojo e gli appassionati dello Iaido.
Sarebbe secondo me auspicabile un maggior coinvolgimento dei diversi Dojo nella fase organizzativa di un seminario di modo che l’evento possa aumentare il suo carattere di scuola o di VIA creata insieme.
Ringrazio gli insegnanti del seminario e il nostro insegnante Serafino Mellone.
Partecipare allo stage estivo per me ha da sempre un sapore particolare, forse perché è stato il primo incontrato nella via non lo so ma è così, quest'anno poi ancora di più.
Per un po' avevo dovuto mettere da parte questa esperienza ricorrente ed è solo oggi mentre sono qui a scrivere le mie impressioni che mi accorgo di quanto mi era mancata.
Ho reincontrato molti amici e molti di nuovi me ne sono fatti, ho fatto iaido con praticanti di altissimo livello, ho ascoltato parlare persone splendide e appreso delle loro esperienze di vita.
C'era così tanto da cogliere che sono sicuro di aver perso qualcosa.
Inaspettatamente ho ricevuto un regalo dal Giappone, mi sono veramente commosso nell'apprendere che Shirai sensei dopo aver conseguito l' 8 dan ha deciso di mandare anche a me un suo pensiero.
Un rapporto che dura da molti anni, che è nato grazie a persone che mi hanno permesso di conoscere Shirai sensei, e che anche a distanza di tempo rimane vivo.
Porterò sempre con me lo spirito delle sue parole.
Ritornando a parlare dell'esperienza ognuno di noi trarrà molti spunti da questo stage, io cercherò di mettere attenzione sulla parole sincerità "praticare con sincerità" legata a molti concetti tra cui Riai, penso che nella via non ci si possa sottrarre dalla sincerità, fare una tecnica in modo sincero, vero. Non so se quando pratico riesco a trasmettere questo ma vorrei tanto un giorno essere in grado di farlo.
Una direzione impeccabile ci ha permesso di vivere questa esperienza in tranquillità e armonia ho praticato nel gruppo da 2 a 6 dan potendo condividere l'esperienza con Mellone Serafino, abbiamo visto alcuni dei kata di prima, seconda e terza serie di Musō Shinden-ryū e tutti i kata di Seitei Iai, nella giornata di giovedì hanno deciso di lasciare mezza giornata a chi avrebbe dovuto preparare un esame imminente e questo ha dato un valore aggiunto permettendo a tutti, giudici compresi, di crescere e consolidare la propria pratica.
In questi 4 giorni ho scritto decine di domande, che è strano, quando parti per uno stage pensi di riempire molti vuoti, non sempre tecnici a volte mentali.
Credo di essere fortunato perché Serafino mi dice sempre di essere curioso e io ci provo come posso, scrivere le domande a cui vorrei dare una risposta è un po' come mettere una bandierina su un obbiettivo e a Montese quest'anno ho scritto diverse domande, alcune serie e alcune sicuramente stupide, una ce l'ha suggerita l'amico Benedettini Paolo:
saresti pronto a raccogliere il testimone?
un giorno dovrò rispondere, per fortuna non è oggi quel giorno, oggi mi limito a riempire qualche vuoto.
Chiudo la mia esperienza con una frase di Takeschi Kitano in Zatoichi, che racchiude un po' il mio dispiacere nell'essermi perso molto negli ultimi anni:
" anche con gli occhi spalancati.... non riesco a vedere niente"
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